Birdy Nam Nam (Para One)
Il quartetto Birdy Nam Nam ha smosso le acque nel 2009 con l’album A Manual for successful rioting: addio al fumoso e allegro abstract hiphop sentito nel loro primo Lp e ciao all’electro beat pesante disegnata per provocare i coretti nei locali e club in giro per il mondo. Il massiccio tour che ha seguito l’uscita del disco conferma l’altro profilo del gruppo sul palco: dal vivo i membri Crazy B, Pone, Need e Lil’Mike suonano e sembrano più come dei punk elevati ai Bambaata e ai Daft Punk piuttosto che ai Clash e Pistols.
Nel 2010 BNN vincono il Victoire de la musique, l’equivalente francese del Grammy Award nella categoria dell’elettronica; David Guetta era anche lui nella competizione. Quindi tornano in studio per registrare un terzo disco e fare qualcosa di ancora più strabiliante del lavoro precedente. Qualcosa forse meno rock e banging, un po’ meno orientato al dancefloor. Il caso volle che vicino al loro studio stava lavorando il produttore parigino Para one uno abile a fare bombe tecno, come anche digital funk jams, colonne sonore ambient o rap futuristico. I ragazzi condividono radici hiphop comuni e il gusto caratteristico per le sintesi selvagge di generi e vibes. Dopo un paio di chiacchiere i ragazzi sentono che una collaborazione potrebbe essere veramente bella. Tre mesi dopo e il lavoro è fatto: le idee vengono scambiate, avanti e indietro tra il BNN lab e il reparto di Para one, ha come risultato una ricca e versatile creatura. Questo è un disco che ha molto da dare all’ascoltatore e che guarda ovunque senza dimenticare nulla.
Quindi l’intera faccenda è un accorpata di dettagli e sentimenti senza mai suonare disordinata o pataccara. E’ quasi un miracolo: come può essere stata pensato e finito un album in soli tre mesi e suonare così’ maturato e consistente, e non maturo penserete voi, mentre miscela così tanti stili e atmosfere? Forse solo perché il processo di maturazione, per questi ragazzi, ha avuto luogo per dieci anni buoni, (e anche più per il veterano Dj Crazy B), più di una decade spesa ad assorbire con insaziabile appetito un largo spettro di musica. BNN con l’aiuto di Para one, hanno aggiornato una delle essenze della musica hiphop: l’edonista vuole mixare molte e diverse influenze che vengono da un ambiente vasto e iperattivo. Così questo album sembra raccontare un parallelo, un infuso di utopia della musica hip hop, come se l’hiphop non fosse sufficiente a se stesso, e si mischia con i campioni vocali dell’R&B, con lo space-jazz synth, con il break digitale dell’IDM o l’house statunitense e la techno body-grooves. A Manual for a successful rioting è pieno di lineari e catartici numeri. Ora Defiant Order è più nel ritmo obliquo e ossessivo. Esperimenti senza pretese per i BNN che non sono senza dubbio degli scienziati professionisti della musica da club. Prendendosi i rischi tecnici e artistici, lasciamogli l’opportunità di fare le loro tracce perfino un po’ più esilaranti ed entusiasmanti.
Con questo album i BNN hanno fatto una cosa assolutamente in controtendenza, una cosa rara dobbiamo dire: pure essendo una band affermata a livello mondiale hanno fatto marcia indietro verso quello che molti chiamano l’underground. Questo è un disco radicale e di sfida che raggiungerà senza sofferenze il proprio audience, perchè dopo tutto non c’è più il mercato di massa contro il circuito underground, ma solo buona musica e tantissima gente per amarla.